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SUSA Ospedale civile

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Questa scheda deriva da una ricerca  svolta nell'Anno scolastico 2001-2002 da un gruppo di studenti dell'indirizzo sociopsicopedagogico del Liceo N. Rosa, inviatomi dall'Istituto stesso.
Mi fa piacere postare un saggio sulla storia degli ospedali svolta da studenti sicuramente motivati da spirito di socialità e altruismo. Inoltre è l'unico caso riscontrato nella mia ricerca.

L'Ospedale degli Infermi di Susa sorge con il nome di "Casa Elemosìnaria" nel XII secolo. Non è possibile precisare la data di fondazione poiché non si trovano documenti, probabilmente dispersi o distrutti durante le invasioni e gli incendi subiti dalla città. Le finalità della "Casa" sono di tipo caritativo piuttosto che sanitario: le sue rendite infatti sono destinate al sostegno dei poveri.
Nel 1158 Papa  Adriano IV invia una Bolla al Preposito dei Canonici della Pieve dei Martiri di Oulx con cui affida loro la Chiesa di S. Maria Maggiore  e l'annessa  "Casa Elemosinaria' '.
Nel 1165 il Vescovo di Torino, Carlo, conferma l'assegnazione della proprietà. Nel 1170 Umberto III, Conte di Moriana e Marchese, conferma con un atto la donazione della "Casa d'Ospitalità ed Elemosinaria", arricchendola con altre donazioni. La ''Casa' acquista anche valenza ospedaliera e in seguito è denominata "Ospedale dei Pellegrini" in quanto, oltre a provvedere alle necessità dei poveri infermi, ricovera anche i pellegrini che scendono dal Monginevro e dal Moncenisio costretti a far tappa a Susa. L'assistenza è gratuita perché la ''Casa" gode di rendite di terreni, donazioni e lasciti testamentari, entrate che continuarono ad essere conferite anche nei secoli successivi.
Nel 1749 la Chiesa di S. Maria Maggiore viene soppressa e l'amministrazione della "Casa'' è affidata ai Canonici di S. Giusto con una Bolla Pontificia di Bonifacio XIV . Nel frattempo, con Regio Editto 19 maggio 1717 viene istituita in Susa la "Congregazione di carità" la quale, non godendo di rendite patrimoniali, è costretta a vivere di carità pubblica.
Nel 1752, con un atto notarile, la Congregazione riceve la proprietà di tre stanze in un piccolo stabile nella Ruata Costantino Ippolito (ora Via S.Chiara), che vengono adibite ad Ospedale di carità per poveri ammalati. La ristrettezza degli spazi e l'insufficienza delle risorse economiche (il capitale della Congregazione ammontava a lire 3000) rendono ben presto insostenibile la pur lodevole attività.
Di fronte all'evidente necessità di reperire un luogo per gli infermi poveri ma anche per tutti i bisognosi, Vittorio Amedeo III, tramite le Regie Patenti del 23 ottobre 1795, considerati sia il buon reddito annuo dell'Ospedale dei Pellegrini sia la richiesta di stabilire in esso un ritiro per le figlie orfane, decide di affidare alla Congregazione i fondi e le rendite spettanti all'Ospedale. La piccola Congregazione si trasferisce nei locali dell'Ospedale, in Piazza S. Maria Maggiore. Al termine dello stesso anno il Ministro dell'Interno Graneri sollecita il Vescovo di Susa a nominare i membri preposti al governo della Congregazione di Carità: sette direttori nati (Vescovo, Governatore, Prefetto, Intendente della Provincia di Susa, Sindaco, la prima Dignità del Capitolo della Cattedrale e il Curato) e sette membri eletti dai direttori nati (quattro secolari e tre ecclesiastici).
Nel 1798 i sette membri nati si radunano nel Palazzo Vescovile per eleggere gli altri sette membri e per approvare un regolamento che ne definisse i ruoli e le norme per l'amministrazione e i soccorsi. I beni dell'Ospedale dei Pellegrini transitano alla Congregazione di carità. L'Ospedale assume il nome di "Regio Spedale di Carità".
Nel 1800, sotto il governo francese, l'Ospedale conta sei posti letto, tre per gli uomini infermi e altrettanti per le donne e provvede ancora alle ragazze orfane, in numero di undici , tra cui le sane si impegnano a servizio dell'opera.
Nel 1801 L'Ospedale  possiede una rendita annua di lire 3.700, patrimonio che sarà incrementato negli anni successivi.
A causa del movimento delle truppe nel territorio di Susa e del passaggio degli operai addetti alla costruzione delle strade del Moncenisio e del Monginevro, è necessario ricorrere  ai locali del Seminario Vescovile che viene adibito a luogo di cura.
Nel 1826, il 15 novembre, il Re Carlo Felice autorizza l'acquisto della sede da parte della Provincia di Susa, al fine di stabilirvi i suoi uffici. In questa circostanza gli infermi avrebbero perso il loro ricovero in quanto risulta che la somma di lire 46.000, pagata dalla Provincia all'Ospedale, non era sufficiente per ricostruirne un altro, in quanto la spesa preventivata era di lire 56.518,47 (come si evince dall'atto di vendita stipulato il 23 luglio 1827 al rogito del Notaio Gravier).
La Città di Susa può contare tuttavia su un buon numero di benefattori; infatti proprio grazie al Barone Giuseppe Francesco Berenfelz sorge  il nuovo  Ospedale. Egli, deceduto in quegli anni, lascia in eredità all'Ospedale di carità i suoi beni che consistono in un cospicuo capitale, lire 108.156, e un ampio terreno su cui ancora oggi sorge l'Ospedale. I lavori di costruzione hanno subito inizio e terminano nel 1828 per un totale di 60 posti letto con servizi igienici.
La struttura continua ad essere amministrata dalla Congregazione di carità fino al 1837 quando il 16 agosto, con Regio Decreto, Carlo Alberto la sopprime e affida l'amministrazione dell'Ospedale ad una Commissione presieduta dal Vescovo e composta di nove membri di cui quattro nati (Vescovo, Intendente della Provincia, Prefetto del Tribunale, Sindaco) e cinque a nomina regia (tre Canonici della Cattedrale e due laici). Nel Regio Brevetto del 1837 compare per la prima volta una nuova denominazione "Ospedale degli Infermi".
Il secondo Brevetto del 19 maggio 1838 contiene il Regolamento per l’amministrazione dell'Ospedale che prevede: un Direttore Spirituale, un Economo, un Segretario, un Archivista, un Tesoriere, un numero di suore di carità e infermiere, un Medico, un Chirurgo, uno speziale addetto ai medicinali.
Fissa un numero di sei letti per i malati civili, disposizioni per l'accettazione delle orfane, il cui numero è determinato dalla Commissione.
Nel 1859 l'Ospedale degli Infermi funziona come Ospedale Militare per le truppe francesi che vengono in aiuto all'Italia nella II guerra d'indipendenza; risulta che in esso vengono ricoverati oltre 300 soldati.
Il giorno 1 aprile 1861 Vittorio Emanuele II, in conformità con la legge sulle Opere Pie del 1859, decide che l'amministrazione dell'Ospedale sia nuovamente affidata alla Congregazione di Carità.
Il 27 gennaio 1889 Umberto I, con suo Decreto, approva lo Statuto Organico della Congregazione di carità e stabilisce anche che all'interno dell'Ospedale siano ammessi gli ammalati di malattie acute, non esclusi gli affetti da sifilide, e istituiti due letti per i malati cronici.
Nel 1895 l'Ospedale ha un capitale patrimoniale di lire 560.000 e, grazie a questa risorsa, l'amministrazione può accrescere il numero di letti, riservandone una dozzina alle infermiere che curano le malattie infettive, e offrire altri servizi quali la somministrazione gratuita dei medicinali ai poveri infermi curati a domicilio (spesa bilanciata di lire 400), la distribuzione di elemosine in natura (lire 2.200), il conferimento di doti alle figlie povere (lire 500).
Vittorio Emanuele III, il 27 aprile 1905, approva lo Statuto Organico dell'Ospedale presentato il 1O febbraio e composto di 14 articoli.
Dal 1905 non si hanno più documenti che provino modifiche ai regolamenti. Dalla lettura di un registro, comprendente gli atti dal  1936 in poi, risulta che la Congregazione di carità amministrava ancora l'Ospedale e ne era Presidente il Sig. Mario Clivio.
Nel 1937 viene soppressa   la   Congregazione di carità e   l'Ospedale   è amministrato da una commissione straordinaria presieduta dal Podestà.
Nel 1938 viene costituito l'E.C.A. Ente Comunale di Assistenza. Istituito in ogni comune in base alla L847/1937, in sostituzione della Congregazione di carità, persegue lo scopo di assistere gli individui e le famiglie che si trovino in condizione di particolare necessità. Provvede al raggiungimento dei suoi fini con le rendite del patrimonio suo e di quello delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza che esso amministra; con le somme che gli sono annualmente assegnate dall'addizionale di vari tributi erariali e locali e con l'elargizione della provincia, del comune, di altri enti pubblici e di privati.
E' amministrato da un comitato eletto dal consiglio comunale in misura numerica proporzionale alla popolazione del comune.
Nel 1938 Vittorio Emanuele  III stabilisce la composizione dell'amministrazione: un Presidente nominato dal Prefetto, due membri nominati dal Podestà, un membro nominato dall'E.C.A., un membro nominato dal segretario politico del Fascio.
Nel 1941 viene soppressa l'amministrazione E.C.A. e l'Ospedale passa ad un'amministrazione  autonoma.
Nel  1966 viene  nominata,  con decreto  prefettizio,  l'ultima  amministrazione composta da due membri , di cui uno Presidente, scelti dal Prefetto; due membri eletti dal consiglio comunale, un membro eletto dall'E.C.A.
Nel 1968 viene emanato un Decreto che dispone il ripristino, in seno al Consiglio dell'Ospedale, di un membro che rappresenti la disciolta Congregazione cli carità e uno che rappresenti il Capitolo della Cattedrale.
Nel 1969 l'Ospedale di Susa, già Ospedale degli Infermi , viene dichiarato Ente Ospedaliero.
La carenza di personale qualificato crea grandi difficoltà all'Ospedale negli anni 1975/1980: a fronte dei 120 dipendenti previsti dalla pianta organica, ne sono presenti solamente 74. I reparti sono divisi in Medicina e Chirurgia Generale per un totale di 125 posti letto a cui, in seguito, sono stati aggiunti altri 25 non più collocati nelle vecchie corsie ma in confortevoli camere che variano da 2 a 6 posti letto. Entra in funzione il servizio portineria e vengono allestiti nuovi uffici amministrativi.

BIBLIOGRAFIA

Michele Buffa, "Susa nei tempi antichi e moderni", Susa, tipografia Guido Gatti,  1904
Germano  Bellicardi, "Discorso  per  lo  scoprimento  della  lapide  a ricordo  del bicentenario dell'Ospedale (1795-1995) 15 giugno 1996
G. Migliardi, "Susa nella storia e nell'arte", 1979
F.Genin, " Dieci secoli di vita dell'Ospedale degli Infermi della città di Susa", Susa, tipografia Guido Gatti, 191O
G. Migliardi, "Le vicende  dell 'Ospedale di Susa dalla fondazione ad oggi", 1969
M. Patricia Donalive  "Nursing, storia illustrata dell 'assistenza infermieristica", Antonio Delfino editore

FONTI
Intervista   a   un   responsabile   dell'ufficio Pubbliche Relazioni   dell 'ASL   5   di Collegno .
Intervista a un responsabile della Direzione Sanitaria dell'ospedale di Susa
Consultazione Opuscolo informativo per i degenti e i visitatori del Presidio Ospedaliero di Susa", Torino, realizzato a cura dell'ASL5 , Tipografia Print Editor, 2001







 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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